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Sonetti del 1832 169

cchiavisiello; Se pò ddì scafa, e sse pò ddì bbambino.] [Propriamente, è un vezzeggiativo con cui si chiamano gli uccelli e i bambini.]      3 [V. la nota 3 del sonetto: Una lingua nova, 2 dic. 32.]      4 [Quel vasetto cilindrico, unito, per lo più anzi attaccato, agli antichi calamai, e nel quale si riponevano le penne d'oca. Pennaiolo, in Toscana. Ma la cosa come la parola è ormai quasi affatto disusata.]      5 [Cetriolo.]      6 [Da cucuzza, zucca: "zucchino„]      7 [E stendavello o stenderello, dalle persone più o meno civili: propriamente, quell'arnese di cucina che serve a stender la pasta. Matterello a Firenze; rullo, spianatoio, maccheronaio, mestone (perchè serve anche a mestar la polenta), lasagnòlo, ranzagnolo in altri luoghi di Toscana; lasagnòlo anche in tutte forse le Marche e l'Umbria (rasagnòlo, però, a Città di Castello); sciadùr a Forlì; canela a Parma; cannello a Genova; méscola a Verona; lasagnór a Torino: pressia in Alba; muserà in Alessandria; laganaturo a Napoli; maccarrunaru o langanaturo in Calabria; laganàr a Vasto negli Abruzzi; lasagnaturi o sagnaturi in Sicilia; tùtturu a Cagliari; eccetera eccetera: e in qualche classico anche mattero!]      8 [Detto anche scartoccio, è "quell'arnese, per lo più di latta, che adoprano i bottegai per prender su le civaie minute.„ Votazza, a Firenze.]      9 [Giunco.]      10 [Lo dicono anche del naso, specialmente quando sia grosso.]      11 [Piuolo.]      12 [Prugnolo. Specie di fungo conosciutissimo.]      13 [V. in questo volume la nota 3 del sonetto: Che ccore, 29 sett. 31.] [Bastone grosso e greggio, di quelli che spesso si aggiungono alle fascine.]      15 [Batocchio, battaglio.]      16 ["Migliaccio„ o “roventino,„ ma insaccato come il salame.]      17 [Baccello.]      18 [Torsolo.]      19 [Mandorla.]      20 Vedi [in questo volume] il sonetto intitolato: L'omo e la donna, [30 apr. 34, nota 5].