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Pagina:Sonetti romaneschi VI.djvu/250

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240 Sonetti del 1834


Fu il marchese Giuseppe Origo, colonnello dei vigili per gli incendi.      7 Ingrufarsi: di comprimere.      8 Andò.      9 Che ne raccolse.      10 Un bel paio ecc.: nulla.      11 Ci.      12 Contarci.      13 Se.

LA P...... PROTETTA

.

     Ma Mmonziggnore, quanno un padre affritto1
chiede ggiustizzia in pubbrico palazzo,
nun arrivo a ccapì ssi2 ccon che ddritto
s’abbi da merità ttanto strapazzo.

     Viè una scrofa3 e ccaluggna er mi’ regazzo,
e io, povero padre, ho dda stà zzitto
perchè nnun mostro er corpo der dilitto?
Cosa averebbe4 da mostrajje? er cazzo?

     Lei l’ha impestato, eppoi, bbrutta marmotta,
je s’ha da crede,5 Iddio la bbenedichi,
ch’è stato er fijjo mio che jje l’ha rrotta!

     Ôh, Mmonziggnore, vò cche jje la dichi?
me maravijjo assai c’a ’na miggnotta
li prelati je faccino l’amichi.

6 gennaio 1834

  1. Afflitto.
  2. Se.
  3. Viene una bagascia.
  4. Avrei.
  5. Le s’ha da credere.