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Pagina:Sonetti romaneschi VI.djvu/301

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Sonetti del 1845 291


LO SCÓRTICO DE CAMPOMARZO.[1]

     Nun dubbità, cch’è ’na cosetta bbella
D’arillegràcce[2] er Papa in concistoro!
È stato p’er Vicario[3] un bèr decoro
Lo scropì ttant’abbati in ciampanella![4]

     Bbèr gusto d’annà a smove ’na quarella[5]
A sti poveri preti, pe’ ddio d’oro,
Che sse ne stanno pe’ li fatti lòro
Svariànnose[6] co’ cquarche pp...anella!

     Doppo ch’Iddio lo sa cco’ cquanto zzelo
Minestrano li santi sagramenti,
Je s’abbi da invidià cquer po’ de pelo!

     Pe’ mmé, mmòrino[7] tutti d’accidenti,
Ma indóve lo trovate in ner Vangelo
Che provibbischi er pane a cchi ha li denti?

20 luglio 1845.


  1. [Qui, scórtico significa: “una o più camere in un luogo appartato e segreto, per compirvi l’atto indicato col medesimo vocabolo nel sonetto a pag. 235 di questo volume.„ — Campo Marzio, via, piazza e rione di Roma. — Il fatto accennato nel sonetto dev’essere certissimamente storico, benchè a me non sia riuscito di trovarne notizia.]
  2. [Da rallegrarci.]
  3. [Per il Cardinal Vicario. V. in questo volume la nota 1 del sonetto: Er giudisce ecc., 26 genn. 32.]
  4. [In quelle Varianti e note a parte, dell’autore, già accennate più volte in questo volume, trovo: “Romanesco: ciampanella, in toscano: soppiatteria.„ Ma, al solito, il Belli era ingannato dai vocabolari. (V. la nota 7 del sonetto: L’età ecc., 14 mar. 34.) Al romanesco ciampanella, corrisponde semplicemente il toscano ciampanelle. Il quale, benchè si usi solo nella frase dare in ciampanelle, pure (significando essa “ca- dere in qualche errore contro l’aspettazione e contro la consuetudine„), serve assai meglio di soppiatteria a far intendere il giusto valore del corrispondente romanesco.]
  5. [Una querela.]
  6. [Svariandosi: svagandosi, prendendosi un po’ di svago.]
  7. [In quant’a me, muoiano pure ecc.]