Pagina:Sonetti romaneschi VI.djvu/346

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336 Er còllera mòribbus

dei nostri Medici spediti dal Governo in Ancona, pieno di zelo, fornito di molti lumi ed animato da un vero genio di osservazione, sembra riuscito ad assicurarsi non solo dell’esistenza, ma anche della forma, e di molte proprietà di tale insetto cholerico. Egli ne dà ragguaglio in varie lettere scritte da Ancona al Professore di Medicina Clinica della nostra Università sig. Dottor De Mattheis. L’occhio nudo è sufficiente in qualche circostanza a riconoscere siffatti insetti, ma per ben vederli ed esaminarli è necessario il microscopio. Noi sappiamo che il diligente osservatore lo ha disegnato; e circola pel pubblico un tal disegno, che presenta un insetto alato di forme non ordinarie. Sembra doversi riferire all’ordine dei dipteri (a due ali); ma non se ne conosce nè il genere nè la specie, per cui si dovrebbe credere esotico e nuovo nelle nostre regioni, come il morbo che accompagna. Sappiamo inoltre che il prelodato Medico sta preparando una importante memoria sopra queste miriadi d’insetti cholerici, che sarà certamente di molto interesse pel pubblico; e forse non senza utilità per la scienza medica, nè senza profitto per l’umanità.„ Diario di Roma, 15 ott. 36.]      5 Vide.      6 Figùrati.      7 Flagello.      8 Non sapete.