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Pagina:Sopra lo amore.djvu/110

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104 marsilio ficino

gando spesso per gli occhi e per gli orecchi: e’ però si dice che dormono a le porte: dicesi ancora che eglino giaciono nella via. La bellezza del corpo debbe essere una certa via per la quale cominciamo a salire a più alta bellezza. E però coloro che si rivoltano nel loto delle libidini, o vero più tempo che non conviene consumano nel guatare, pare che si rimanghino nella via, e non aggiunghino al termine. Dicesi ancora che lo Amore dorme al sereno. E meritamente: perchè gli innamorati in una cosa sola s’occupano sì che non considerano le faccende loro. E perchè vivono a caso, sono sottoposti a tutti i pericoli della fortuna: non altrimenti che quelli che vanno ignudi a cielo sereno da ogni distemperanza dell’aria sono offesi. Per la natura della Madre, è sempre bisognoso. Essendo la prima origine dello Amore da la povertà, e non si potendo interamente sbarbare quello che è naturale, seguita che lo Amore è sempre bisognoso e assetato. Imperocchè mentrechè gli manca qualche cosa a conseguitare, lo Amore bolle forte: e quando il tutto ha conseguitato, perchè manca il bisogno, si spegne il caldo dello Amore immoderato.


Capitolo X

Quali doti abbino gli amanti dal padre dello amore


Queste cose seguono da la povertà, che è madre dello Amore: ma da la copia che è padre di Amore seguitano cose contrarie alle sopraddette. E quali sieno le cose contrarie, ciascuno conoscerà intese le cose superiori. Perchè egli è descritto di sopra così: semplice, trascurato, vile, e senza arme. E qui si pongono i contrarii di questi, così dicendo: astuto, uccellatore, sagace, macchinatore, inventore di agguati, studioso di prudenzia, filosofo, virile, audace, veemente, facondo, mago, sofista. Imperocchè il medesimo Amore, il quale nell’altre faccende fa l’Amante tra-