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92 marsilio ficino

loro anima a similitudine della loro idea. Desiderano ancora vedere continuamente quel corpo, dal quale ebbono quella tale immagine. Imperocchè benchè l’animo (ancor che sia privato della presenza del corpo) appresso di sè conservi la immagine di quel tale, e quella quanto a lui gli sia abbastanza, nondimeno gli spiriti e gli occhi che sono insirumenti della anima, quella non conservano. Tre cose senza dubbio sono in noi: Anima, Spirito e Corpo. L’Anima e il Corpo sono di natura molto diversa, e congiungonsi insieme per mezzo dello spirito, il quale è un certo vapore sottilissimo e lucidissimo, generato per il caldo del cuore dalla più sottil parte del sangue. E di qui essendo sparso per tutti i membri piglia la virtù dell’Anima, e quella comunica al corpo. Piglia ancora per gli strumenti de’ sensi le immagini de’ corpi di fuori: le quali immagini non si possono appiccare nell’anima, perocchè la sustanza incorporea, che è più eccellente che i corpi, non può essere formata da loro per la recezione delle immagini: ma l’anima essendo presente allo spirito in ogni parte agevolmente vede le immagini de’ corpi, come in uno specchio in esso rilucenti e per quelle giudica i corpi. E tale congiunzione è senso da’ Platonici chiamato. E mentre ch’ella riguarda, per sua virtù in sè concepe immagini simili a quelle, e ancora più pure. E tale concezione si chiama Immaginazione e Fantasia. Le immagini concepute in questo luogo conserva la Memoria. E per questo è spesso incitato l’occhio dello intelletto a riguardare le Idee universali di tutte le cose, le quali in sè contiene. E però l’Anima mentre che riguarda col senso un certo uomo, e quello concepe con la immaginazione comunemente per la sua innata idea, contempla con lo intelletto la natura e definizione comune a tutti gli uomini. Adunque allo animo conservante la immagine dell’uomo formoso (la immagine, dico, appresso di sè una sola volta conceputa) e quella avendo riformata, sarebbe abbastante aver veduto qualche volta la persona amata. Nientedimeno all’occhio e allo spirito bisogna la perpetua presenzia del corpo esteriore: acciocchè