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specie il genere incontinenza; e ricorda prima quella
che vide ultima, e seconda quella che vide prima, e questa suddivide nelle sue tre sotto specie, secondo la loro serie: lussuria, gola, avarizia con prodigalità.
Ed egli invero definisce le due grandi specie. Primi, di tutti gl'incontinenti, vede i lussuriosi. Egli intende che quelli sono1
i peccator carnali
che la ragion sommettono al talento.
Nel Convivio dice che l'appetito "alla ragione ubbidire conviene". Il talento che qui, invece di essere
sommesso, sta sopra la ragione, è quel medesimo
appetito. Nella palude pingue Virgilio prima mostra
a Dante2
l'anime di color cui vinse l'ira.
Nel Convivio dice che l'appetito "che irascibile e
concupiscibile si chiama" deve essere guidato dalla
ragione, come cavallo. L'ira che qui vince invece
d'essere vinta, è quel medesimo appetito. Ed è chiaro
che le due definizioni si compiono a vicenda, secondo
lo stile di Dante, prestandosi l'una all'altra qualche
cosa; tanto che intendiamo che i peccatori carnali
sommisero la ragione al talento concupiscibile, perchè
da lui vinta; e che in quelli altri il talento irascibile
vinse la ragione e la sommise. E così Dante con la
virtù di quella simmetria, che è tanta parte del suo
stile, ha, definendo solo i primi della prima specie
e i primi della seconda, definite tutto ciò che è in
mezzo a loro e sotto loro.
- ↑ Inf. V 38 seg.
- ↑ Inf. VII 116.