Pagina:Sotto il velame.djvu/171

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le tre fiere 149

timo dei peccati d’incontinenza? O; come la lonza è peccato di concupiscibile e d’irascibile; non potrebbe essere la lupa peccato d’una e insieme d’un’altra disposizione?

In verità sull’avarizia è dissidio tra i dottori. È peccato carnale o spirituale? Chè1 “ogni peccato consiste nell’appetito di alcun mutevole bene, che s’appetisce inordinatamente, e per conseguenza in quello, poichè s’ottiene, alcuno inordinatamente si diletta... Ora il diletto è di due specie„: animale o spirituale, come riguardo alla lode umana e simili, e corporale o carnale, per esempio il tatto. L’avarizia non ha luogo tra i peccati carnali, perchè non è corporale il diletto dell’avaro, come del lussurioso e del goloso; tuttavia si può numerare tra i peccati carnali, per questo “che la cosa da cui l’avaro ha suo diletto, è in qualche modo corporale„. Si può; ma da S. Gregorio non si vuole. S. Tommaso ne esce ponendo l’avarizia2 “per ragion dell’obbietto, come qualche cosa di mezzo tra i peccati puramente spirituali, che cercano diletto spirituale circa obbietti spirituali (come la superbia, che è circa l’eccellenza), e i vizi puramente carnali, che cercano un diletto puramente corporale circa un obbietto corporale„.

Dante ha compreso l’avarizia tra i peccati corporali. Certo. Essa è di quella disposizione che ha in cima la definizione “i peccator carnali, che la ragion sommettono al talento„ e in fondo l’altra “color cui vinse l’ira„. Ma con ciò, egli tra i carnali mette più sotto gli avari, li detesta e vitupera più degli altri. Di metterli più sotto, aveva esempi;

  1. Summa 1a 2ae 72, 2.
  2. Summa, 2a 2ae 118, 6.