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veglio. E' un fiume solo, che cambia nome e aspetto
e natura. Prescindendo per ora dall'Acheronte, Stige
si mostra nel cerchio degli avari1, come
una fonte che bolle e riversa
per un fossato che da lei deriva.
Ha l'acqua buia, l'onde bige, ed è tristo ruscello e
si fa palude nel cerchio seguente. E' il fiume della
tristizia, che dalla concupiscenza scende mollemente
(Dante e Virgilio vanno in sua compagnia) all'incontinenza d'irascibile. Flegetonte si vede subito nel
primo girone del cerchio settimo2; si riconosce però solo nel terzo girone di esso3; con che si ammonisce il lettore che i peccatori così disparati del cerchietto hanno qualche cosa in comune. E di sangue che bolle. Cade poi con risonante cascata, nel cerchietto seguente; e si rivede, sotto il nome
di Cocito, in fondo all'inferno, come una ghiaccia
sotterranea4. E' un fiume solo, dunque, prima tristo e fangoso, poi sanguigno e bollente, quindi ghiacciato e duro. Ora il fiume tristo tiene in sè, come
appiccicati, i peccatori di tristizia; almeno questi; e
il fiume di sangue fervente bolle in sè i peccatori
che diedero di piglio nel sangue; e il fiume di ghiaccio
serra in sè i peccatori, diciamo così per ora, freddi
a ogni amore. Sono dunque, questi fiumi, pena a
peccati che in qualche guisa ad essi assomigliano, o
a cui essi fiumi si fanno simili, diventando brago,
sangue e fuoco, gelo. Or bene, poichè sono un fiume
solo, significano che via via ne' peccati, di cui sono
- ↑ Inf. VII 101 segg.
- ↑ Inf. XII 46 segg.
- ↑ Inf. XIV 130 segg.
- ↑ Inf. XVI 92.