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202 sotto il velame

veglio. È un fiume solo, che cambia nome e aspetto e natura. Prescindendo per ora dall’Acheronte, Stige si mostra nel cerchio degli avari,1 come

                      una fonte che bolle e riversa
               per un fossato che da lei deriva.

Ha l’acqua buia, l’onde bige, ed è tristo ruscello e si fa palude nel cerchio seguente. È il fiume della tristizia, che dalla concupiscenza scende mollemente (Dante e Virgilio vanno in sua compagnia) all’incontinenza d’irascibile. Flegetonte si vede subito nel primo girone del cerchio settimo2; si riconosce però solo nel terzo girone di esso;3 con che si ammonisce il lettore che i peccatori così disparati del cerchietto hanno qualche cosa in comune. È di sangue che bolle. Cade poi con risonante cascata, nel cerchietto seguente; e si rivede, sotto il nome di Cocito, in fondo all’inferno, come una ghiaccia sotterranea.4 È un fiume solo, dunque, prima tristo e fangoso, poi sanguigno e bollente, quindi ghiacciato e duro. Ora il fiume tristo tiene in sè, come appiccicati, i peccatori di tristizia; almeno questi; e il fiume di sangue fervente bolle in sè i peccatori che diedero di piglio nel sangue; e il fiume di ghiaccio serra in sè i peccatori, diciamo così per ora, freddi a ogni amore. Sono dunque, questi fiumi, pena a peccati che in qualche guisa ad essi assomigliano, o a cui essi fiumi si fanno simili, diventando brago, sangue e fuoco, gelo. Or bene, poichè sono un fiume solo, significano che via via ne’ peccati, di cui sono

  1. Inf. VII 101 segg.
  2. Inf. XII 46 segg.
  3. Inf. XIV 130 segg.
  4. Inf. XVI 92.