![]() |
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. | ![]() |
chè non se ne muore già! E tuttavia le parole prime di Dante a Ciacco non son senza compassione, e le altre sono pur pietose1:
Ciacco il tuo affanno
mi pesa sì che a lagrimar m'invita.
Sono queste molto simili a quelle di Dante a Francesca2:
Francesca, i tuoi martiri
al lagrimar mi fanno tristo e pio;
pur meno dolenti; e d'altra parte non si concludono con quella pietà per la quale Dante vien meno avanti il pianto de' due cognati. Trapassando sulla vanità
di quei peccatori e pestando la sozza mescolanza dell'ombre e della pioggia, toccano "un poco la vita futura"; e Dante sa che, dopo il gran dì, quando l'ombre avranno ricoverato il loro corpo, soffriranno ancor più. Nel cerchio degli avari, la pietà di Dante scema, ma non si annulla. Egli esclama subito3:
Ahi giustizia di Dio, tante che stipa
nuove travaglie e pene...?
E poi, dopo aver veduta meglio la ridda, egli "avea
lo cor quasi compunto". Ma nessun nome è fatto, a
nessuna ombra in particolare è volta questa quasi
pietà. E qui si tocca della eternità della lor pena e
poi della fortuna "che i ben del mondo ha sì tra
branche"4. E poi si scende "a maggior pietà"5,
- ↑ Inf. VI 58.
- ↑ Inf. V 116 seg.
- ↑ Inf. VII 19, 36
- ↑ ib. 36, 52 segg. 55, 67 segg.
- ↑ ib. 97