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che gli si getta1; il maledetto Pluto è fatto tacere col ricordo delle vendette celesti2; Flegias è, senz'altro domato a far la volontà di Virgilio3, il
Minotauro è eccitato a furia tale, che gli impedisca
d'impedire il passo4; Chiron centauro intende le ragioni di Virgilio e dà un de'suoi che porti Dante in su la groppa5; Gerione è fatto salir su con un inganno6 e indotto poi a concedere i suoi omeri
forti7; i diavoli sono in questo e quel modo schivati ed asserviti; Lucifero, consenta o no, a lui non si parla; e dei suoi peli i due si fanno scala a convertirsi ver Dio.
Sono questi, ed altri ancora, ostacoli alla via che Virgilio supera da sè, col suo figliuolo in compagnia. Ora a me pare che essi assomiglino in qualche modo ai "fantasmi" che S. Agostino dice che ci convien cancellar dalla memoria per aver perfetta la santificaziorie e la vivificazione8; chè i fantasmi sono le traccie lasciate nella memoria dai movimenti che contrastano l'anima9. Ma siano o non siano codesti fantasmi, nemici sono al certo. E sono di tre specie: unicorpori, bicorpori, tergemini o tricipiti. Gli unicorpori sono fino a Dite, i bicorpori nel primo cerchietto della malizia, i tergimini e tricipiti nel secondo e terzo di questi cerchietti. E
- ↑ Inf. VI 25.. L'idea di gettar terra nella gola di Cerbero è, mi pare, tratta dal comento di Servio (Aen. VI 395): "Cerbero è la terra, cioè consumatrice di tutti i corpi...Onde si legge Ossa super recubans; chè la terra consuma presto le ossa". Alla terra, terra. Polvere sei e polvere tornerai.
- ↑ Inf. VII 8 segg.
- ↑ Inf. VIII 19 segg.
- ↑ Inf. XII 16 segg.
- ↑ Ib. 83 segg.
- ↑ Inf. XVI 106 segg.
- ↑ Inf. XVII 40 segg.
- ↑ De mus. VI 16, 51.
- ↑ ib. II, 32 e 33.