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422 | sotto il velame |
Creta e dall’Ida. Si chiamano paganamente Acheronte, Stige, Flegetonte, Cocito.
L’umana colpa è indicata col simbolo pagano dell’età dell’oro che si muta in argento e più vili metalli. La statua del Veglio è suggerita dal sogno biblico dell’impero pagano da Ninive a Roma. Tutti i mostri dell’inferno sono pagani: Caron, Minos, Cerbero, Pluto, Flegias, le Furie e il Gorgon, il Minotauro, i Centauri, le Arpie, le cagne furiali, Caco, i Giganti, Gerione, Dite. Ammirabile è il fatto di questi due ultimi che avrebbero un nome, dirò così, cristiano, il loro proprio nome biblico, e no, si presentano col nome pagano. Cristo non vi è mai nominato col proprio suo nome; anche Dio vi ha alcuna volta il nome di Giove; e nessuno dei dannati, salvo la bestia di Pistoia e Capaneo che per altro se la prende con Giove, e sono tutti e due, o veramente o no, folli, pronunzia il nome di Dio, come nè Virgilio quello di Gesù. Due soli pronunziano bestemmiando il nome di Dio, due folli, uno pagano, uno cristiano: di Giove e di Dio. Avanti la città che ha nome Dite come il suo imperatore, e negli spaldi di essa, si parla di Proserpina, regina del pianto e donna che là regge; moglie di Dite, la quale forse è la superbia stessa di lui, quella superbia che è lo inizio d’ogni peccato e specialmente dei tre di malizia, e si trova perciò nominata a proposito di peccatori e peccati d’ognun dei tre cerchietti. Il peccato generale è quel dell’angelo perverso: la superbia. Questa ha tre forme: ossia di superbia (peccato speciale), d’invidia e di ira. La superbia e l’invidia e l’ira accecano e indurano. Ciò è detto miticamente così: Dite ha una moglie, Proserpina, che ha tre meschine, ciò sono le