Pagina:Spaccio de la bestia trionfante 1863.djvu/13

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teggiati con lo stesso vigore; tutta la successione delle qualità e dei vantaggi che accompagnano il ben fare sfila, a dir così, in ordine e con onori grandi. Si riscontra ad ogni passo un raro ingegno di osservazione psicologica, una profonda conoscenza del cuor umano e della vita contemporanea. Egli analizza le passioni con sicurezza pari alla felicità con cui le personifica, e alla fierezza con cui le reprime. Il pensatore resta ancora maggiormente attratto dal tuono sostenuto di questa lunga fizione, che si può avere in conto di una specie di predizione consolante per la filosofia. La verità e la saggezza, la franchezza e la giustizia vengono a scambiare nell’avvenire l'errore, le follie, le menzogne d’ogni fatta. Per quest'ultimo rispetto, lo Spaccio arieggia talora ad un'apocalissi.

Anche il letterato che apprezzasse meno le idee filosofiche si troverebbe pago, dall'un lato,

    quel principio essenziale della sua filosofia che in tutte le cose bisogna cercare di rinvenire il punto di contatto e di coincidenza, la base dell’unione fra i contrari, il terreno in cui tutte le dualità devono ridursi all’unità, la coincidenza dei contrari. Certo un tale amalgama del divino e dell’umano, del cristianesimo e del politeismo, urta troppo spesso, oltre la ragione ed il gusto, il sentimento religioso delle menti illuminate; ma al secolo decimosesto non produceva tal effetto. All’apertura del Concilio di Trento, il vescovo di Bitonto, Cornelii Musso, stabilì la necessità dei concilj sull’esempio che, nell’Eneide, Giove aduna gli Dei, e Dio che, alla creazione dell'uomo, e in occasione della torre di Babele, convocò pure un concilio. Bruno suppone costituito un simile concilio per la riforma del cielo, riforma che deve precedere e servir d’esempio a quella della terra.