Pagina:Spaccio de la bestia trionfante 1863.djvu/31

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bile si fa nocivo ed abile, divien tristo, e talor si fa buono, da ignorante savio, da crapulone sobrio, da incontinente casto, da dissoluto grave, da iniquo giusto, al che tal volta vien inchinato da la forza, che gli vien meno, e spinto e spronato dal timor de la giustizia fatale, superiore a li dei, che ne minaccia. Nel giorno dunque, che sul cielo si celebra la festa de la gigantomachia, segno de la guerra continua e senza triegua alcuna, che fa l’anima contra i vizj e disordinati affetti, vuole effettuar e definir questo padre quello che per qualche spazio di tempo avanti avea proposto e determinato; come un uomo, per mutar proposito di vita e costumi, prima vien invitato da certo lume, che siede ne la specola, gaggia o poppa de la nostra anima, che da alcuni è detto sinderesi, e qua forse è significato quasi sempre per Momo. Propone dunque a li dei, cioè esercita l’atto del raziocinio de l'interno consiglio, e mette in consultazione circa quel ch’è da fare; e qua convoca i voti, arma le potenze, adatta gl’intenti, non dopo cena, e ne la notte de l’inconsiderazione, e senza sole d’intelligenza e lume di ragione; non a digiuno stomaco la mattina, cioè senza fervor di spirito, ed esser bene scaldato dal superno ardore; ma dopo pranzo, cioè dopo aver gustato ambrosia di virtuoso zelo, ed esser imbevuto del nettare del divino amore; circa il mezogiorno, o nel punto di quello, cioè, quando meno ne oltraggia nemico errore, e più ne favorisce l’amica verità, in termine di più lucido intervallo. Allora si dà spaccio a la bestia trionfante, cioè ai vizj, che predominano, e sogliono conculcar la parte divina, si ripurga l’animo da errori, e viene a farsi ornato di virtù; e per amor de la bellezza, che si vede ne la bontà e giustizia naturale, e per desio de