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   84 libro secondo

CAPO TERZO

(Dall’anno di Roma 710 al 718)

I. Cicerone in Reggio: da’ venti è spinto a Leueopetra, dove vanno a visitarlo parecchi illustri Reggini. Torna in Roma. II. Triumvirato in Roma. Reggio è tra le diciotto città promesse da’ Triumviri a’ soldati. Proscrizioni. Sesto Pompeo. Morte di Cicerone. III. Vetulino, uno de’ proscritti, ne’ dintorni di Reggio. Suoi fatti. Sesto Pompeo in Sicilia. Sconfigge Salvidieno mandatogli contro da Ottaviano. IV. Ottaviano in Reggio. Sue promesse a’ Reggini ed a’ Vibonesi. Potenza di Sesto Pompeo. Battaglia di Filippi. Colonie militari nelle diciotto città. Reggio divien Colonia militare, e se lo impone il nome di Regium Julii. V. Pace tra Sesto Pompeo ed i Triumviri, che ha poca durata. Battaglia di Cuma. VI. Ottaviano ritorna a Reggio. Avvisaglie tra lui e Sesto Pompeo. VII. Si rinnova la guerra. Valerio Massimo si stanzia in Leucopetra con due legioni, e quattro altre sono collocate sulla riva che va da Reggio alla Colonna Reggina. Fatti d’armi. Ottaviano da Reggio tenta uno sbarco in Sicilia; ma Sesto Pompeo gli è sopra in Tauromenio, e respingendolo in mare, lo sconfigge. Finalmente Pompeo disfatto è costretto ad uscir di Sicilia.


I. Tornò poi Cicerone in Reggio dopo sedici anni (An. di R. 710, av. Cr. 44). Egli su cui pesava il sospetto di essere stato tra i complici della uccisione di Giulio Cesare, volendo schermirsi dalla vendicativa potenza d’Antonio, stabilì assentarsi da Roma. Ma per non derogare alla sua dignità, e togliere ogni sembianza di fuga, fermò con Dolabella di trasferirsi amendue in Siria in qualità di Legati. Nondimeno da Irzio e Pansa, eh’ erano designati Consoli, e che s’impromettevano poter comprimere sotto il loro consolato l’arroganza di Antonio, fu pregato Cicerone a non muover passo da Roma. Ma egli, soprassedendo dall’andata in Siria, persistette però a doversi dileguar da Roma, sinchè Irzio e Pansa non entrassero nel consolato. Determinò adunque di recarsi per alcun tempo in Grecia; ed uscito della città, volle farsi una via diversa dalla consueta, per evitare le insidie de’ suoi avversarii. Schivata perciò Brindisi, dond’era l’ordinario transito per la Grecia, diresse il suo cammino per Velia, e da questa città corse a Reggio. Nel qual viaggio, per distrarsi, cominciò a riordinare nella memoria la Topica Aristotelia, che compiuta mandò da Reggio all’amico Trebazio. Da Reggio passò a Siracusa, donde senza ritardo mise alla vela per Grecia; ma respinto dall’austro a Leucopetra, e già venendo la notte, ivi si trattenne nella villa del suo amico Publio Valerio per tutto l’altro giorno, aspettando buon vento.

Si condussero intanto a visitarlo parecchi municipii Reggini, fra i