Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/144

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capo secondo 119   

conquistavano in Calabria per loro conto, e non dipendevano per cosa del mondo dal califfo di Affrica o dall’emiro di Sicilia. Vero è che molti de’ Saracini di Sicilia, o desiderosi di ventura, o malcontenti degli emiri, venivano al continuo per unirsi ad Abstaele, le cui schiere si erano già a dovizia accresciute di quegli altri Saracini, che dopo la morte del califfo Abramo in Cosenza, erano accorsi a Squillace. Con le quali forze Abstaele usciva sovente dal suo covo, e si gittava alle prede, alle uccisioni, alle arsioni, lasciando dovunque esempii memorabili delle sue atrocità. Ma nata poi rissa tra questi Saracini, Abstaele medesimo vi rimase morto; (An. di Cr. 913.) e fecero in nuovo capo Olcobechio, malvagio e fierissimo uomo. Il quale, la prima cosa, volle che fossero scannati i figli di Abstaele, perchè non pensassero a riprendersi colle armi lo stato paterno. Ai renitenti levò la vita, i malcontenti imprigionò, e molta parte di Saracini, trattasi dalle unghie di lui, cercò salvezza in Sicilia.

VI. Mentre queste cose succedevansi in Calabria, moriva in Costantinopoli Leone VI, e lo Stato ricadeva al suo figliuolo Costantino VI, ch’era appena di sette anni. (An. di Cr. 911). Ed avendo perciò bisogno di tutela, e di chi amministrasse in suo luogo, fu affidata la cura del governo a sua madre Zoe, e ad alcuni supremi Tutori e Consiglieri di provata fede ed esperienza. Venne allora al governo di Calabria il Duca Eustrazio, uno de’ Camerieri imperiali, uomo assai avveduto e prudente. I Saracini intanto ch’eransi assodati ed ingagliarditi in Sicilia, tenevano in continua apprensione Reggio e gli altri paesi di Calabria. Nè Eustrazio, che pure aveva messo questa città in assetto di forte difesa, si confidava di poter resistere a’ Saracini, quando volessero veramente tentar qualche impresa; perchè da Costantinopoli, cui allora travagliavano le guerre intestine, non poteva sperar soccorso. Quindi prese consiglio a chieder pace a’ Saracini, e la conseguì a patti onorevoli.

Nel mentre di ciò, in Costantinopoli Romano Leucapeno, uno de’ tutori del picciolo Costantino, aveva a questi dato in moglie una sua figliuola Elena, e posta giù dal governo la madre Zoe, si era fatto al genero compagno dell’Impero.

VII. Era a questi di Duca di Calabria Giovanni Mazzalo, (An. di Cr. 916.) il quale come seppe l’avvenimento di Leucapeno, ch’era suo protettore, divenne così insolente e pessimo, che i Reggini, non potendo più sopportarlo, nè avendo altro modo di levarselo dinanzi, lo uccisero. E tumultuando contro l’autorità imperiale, aprirono pratiche cogli altri Calabresi, e spedirono nunzii a Landolfo I Duca di Benevento, a fargli istanza che volesse anche aggregare a’ suoi