Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/20

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introduzione xi  

romani posteriori a’ tempi di Augusto furono al tutto dimenticate le memorie nostre, e le origini italiche. Ed all’incontro le opere dei nostri scrittori italici anteriori a’ Romani (dalle quali solo avremmo potuto raccogliere la vera storia nostra) andaron perdute irreparabilmente sotto le rovine della nostra civiltà che periva combattuta dalla prepotenza de’ Romani. I quali fecero ogni lor possa per disperdere qualunque vestigio di una italica civiltà anteriore al loro dominio.

Ed in questo mentre la jattanza de’ Greci, non travagliati ancora dalle romane armi, si faceva bella di tutto quel tesoro di civiltà, ch’era stata già nostra, e si usurpava il diritto e la fama di averla propagata alle altre nazioni sin da’ tempi più vetusti. Certo fu gran ventura alla Grecia che le sue memorie ed i suoi monumenti durassero quasi intatti; fu grand’infortunio alla Magna Grecia ed alla Sicilia l’essere state conquassate ed arse così lungamente dalle armi romane e cartaginesi.

E se ora dalle ruine nostre, e dagli scavati monumenti possiamo raccogliere le sparse reliquie dell’antica storia d’Italia, e purgarla dalle menzogne onde i Greci l’avevano bruttata e sformata, e testificare al mondo che fummo civile e gran popolo quando Grecia e Roma ancor non avevano storia, di ciò abbiamo obbligo alla pia terra, che queste ruine ricoprendo, valse a sottrarle alle successive devastazioni di tante genti a noi stranissime di costume e di linguaggio.