Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/27

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   2 libro primo

l’Euripo, che partiva la loro patria dal continente, dissero i Calcidesi ancora Euripo lo Stretto siculo, ed Eubea una città da loro fondata in Sicilia.

II. A quel tempo medesimo anche i Messenii capitavano in queste parti; della cui venuta narrerò brevemente la cagione. I Lacedemoni ed i Messenii contrastavansi il possesso del tempio di Diana situato in Limni su’ comuni confini. Pretendevano i primi di averlo anticamente fabbricato sul loro territorio, ed allegavano in prova i loro annali, ed i poeti. I secondi all’incontro producevano a favor loro l’antico spartimento del Peloponneso fatto tra gli Eraclidi, in forza di che il suolo, dove su poi edificato il tempio, spettava alla Messenia: e ne facevano testimonianza le iscrizioni vetustissime incise in marmo ed in bronzo. Non vi fu modo di comporre le discrepanze, ed i due popoli a vicenda si offendevano sempre che ne veniva loro il destro. Tèleclo, re di Lacedemone, volle una volta imboscarsi presso il tempio controverso con una mano di giovani, travestiti da donne. Era loro scopo cacciarsi addosso a’ Messenii che andavano al tempio; ma questa impresa ebbe effetto contrario al proposto fine; perciocchè i Messenii, avuta spia dell’aguato, si prepararono al cimento, e cacciandosi improvvisi su’ nemici, non uccisero solamente gran parte di essi, ma lo stesso Teleclo perdette vita in quella zuffa. Un’altra volta, mentre le vergini lacedemoni erano raccolte nel medesimo tempio, furono sopraggiunte da’ giovani messenii, i quali non pur brutalmente le violarono, ma diedero morte a que’ Lacedemoni ch’eranvi accorsi ad ajutarle.

Di così atroce scandalo andaron per tutto le novelle; e la parte più sana de’ Messenii, considerata la sacrilega offesa recata a Diana, consigliava si trovasse modo di ripararvi, e di dare a’ Lacedemoni una competente soddisfazione. Ma ciò non gradiva a quei Messenii, ch’erano stati motori ed autori dell’insulto; a’ quali faceva spalla il maggior numero de’ loro giovani concittadini, per l’odio vivo ed inveterato che nutrivano contro la razza spartana. Non rimaneva più dunque agli offesi che procacciarsene vendetta colle armi. A ciò rimonta il principio della prima guerra messenica.

Allora que’ Messenii, ch’eransi adoperati a terminar la discordia con un’onorevole riparazione, furon costretti da’ loro concittadini a prender l’esilio. E mestamente uscirono dalla patria loro, e ristrettisi in Maeisto nella Trifilia, mandarono ad interrogar l’oracolo di Apollo in Delfo, per sapere qual via di salute loro rimanesse dopo tanta dolorosa dipartita. E n’ebbero: seguissero i Calcidesi avviantisi all’ausonica Reggio: ivi cercassero la protezione di