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Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/303

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   278 libro sesto

potuto abbarbicarsi fra il popolo, spedì in Calabria Pietro Antonio Pansa, uomo d’inflessibile austerità (1562); il quale esaminando a tortura molti infelici, con questo atroce argomento di quel secolo molti convinse di eresia, e molti condannò a perder la vita sul rogo. Tra questi sciagurati furono quattro cittadini di Reggio, ed undici di San Lorenzo; di questi undici sette eran frati Cappuccini. A quelli poi che, abjurata l’eresia, giuraron di tornare alla verità della religione cattolica, ordinò il Pansa che portassero scopertamente sulle spalle e sul petto un panno giallo traversato da una croce rossa, in segno del loro fallo, e del loro pentimento.

VIII. Nel corso del 1563 il turco Dragutte tornò nello Stretto con ventotto galee, e fermatosi alla Fossa cercò via di sbarcarvi, ma non gli venne fatto, perchè tutto il popolo di quella contrada che stava all’erta, si mise sulle armi risoluto a ribatter qualunque tentativo del nemico. Pure Dragutte toccò terra nella contrada di Scaccioti, e fece varie prede nella parrocchia di Santa Maria dell’Archi. Ma in sul buono accorsero da Reggio numerosi drappelli di cittadini armati, e così coraggiosamente si serrarono contro le schiere turche, le quali si erano sparpagliate alla campagna, che queste corsero precipitose alle lor navi, nè tentarono più oltre d’infestar quelle terre.

Intanto i fuorusciti correvano a torme per la Calabria, nè v’era più sicurtà degli averi e delle persone. Gl’intorni di Reggio eran percorsi e saccheggiati al continuo dalle bande di questi facinorosi, alla cui baldanza non era sufficiente la forza pubblica; e nulla potevano opporre i privati cittadini. Ma venuto Governatore e Capitano a guerra di Reggio Diego de Gujera applicò l’animo a costituire una forza pubblica, che valesse a contenere le esorbitanze de’ banditi, ed a tutelar la sicurezza degli abitanti. Armò in brigate i cittadini ed i terrazzani, e miseli alla guardia delle loro terre; coordinandoli però in maniera che potessero tosto riunirsi ove e quando ne occorresse il bisogno. E perchè questo provvedimento non restasse in parole, ma divenisse cosa effettiva e proficua, il Gujera in aprile del 1567 emanò bando che ai ventitrè di tal mese, giorno della festa di San Giorgio, si radunassero in Reggio tutte le brigate del distretto, perchè egli potesse farne la rassegna. Venuto il giorno fermato, una gran copia di gente vigorosa e giovane si offerse alla presenza del Governatore; ma mentre costui la stava ordinando, nata quistione circa la precedenza del luogo tra que’ di Arasì e di Ortì, levossi baruffa, e si venne alle mani. Corse sollecito il Gujera a pacificar quella gente, ma in quel punto un’archibugiata, venutagli