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Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/341

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Vulcano. E dice inoltre con tutta serietà il Protospata che allora Reggio andò in rovina «ob civium peccata». E continuando a confondere i nomi ed i tempi, dice che queste cose avvennero sotto l’imperatore Basilio; e che questi sia morto l’anno susseguente alla presa di Reggio. E soggiunge che l’imperator Basilio, ancor vivente, rinunzìò l’impero a Romano suo genero per Zoe. Ne’ quali due luoghi il Protospata doveva scrivere non Basilio, ma Costantino, come dimostrano Camillo Pellegrino, il Muratori, il Saint-Marc, ed il Moisè.


CAPO QUINTO. §. II. Calabresi alla Crociata. — Quando Goffredo Buglione a’ quindici di agosto 1096 mosse all’espugnazione di Gerusalemme con dodici migliaja di Crociati, vi andarono molti Calabresi guidati da Arnolfo Arcivescovo di Cosenza, fra i quali narrasi esservi stati i reggini Tommaso e Riccardo Ferrante.


§. IV. Arte della seta in Calabria. — Dice Procopio che il baco da seta fu introdotto fra noi dalle Indie sotto Giustiniano. E Giulio Scaligero (citato dall’Aceti ne’ Prolegomeni al Barrio), assicura «vidisse se in Calabria neglectos in arboribus vermiculos sine cura cultuque sericum facere, e quibus detrahunt incolae». Se questo era vero presso i nostri avi, (il che non inclino a credere) bisognerebbe ammettere che la stagione, propria a tale industria, corresse allora assai più clemente e benevola che oggi non è, o che questo animaluzzo fosse a que’ tempi assai meno meticoloso e cagionevole dell’odierno.

LIBRO TERZO

CAPO TERZO. §. V. Giacomo d’Aragona Luogotenente di Sicilia, dice di condonare tali gravezze ai Reggini, «consideratis multifariis et innumeris comerciorum generibus, quibus fideles Dominorum parentium nostrorum devoti nostri civitatis Rhegii et tenimenti sui diutina fuerunt vexatione contriti, per quondam Karolum olim Provintiae Comitem hostem dominorum parentium nostrorum et nostrum». Lettera Patente, data da Messina a’ 29 novembre 1285. Dove si osservi che Carlo non è chiamato Re, ma per dispregio Conte di Provenza.


CAPO QUARTO. §. I. Da Lettera Patente di Roberto Duca di Calabria de’ 10 aprile 1304: «Sane nos volumus quod nos attendentes nuper puritatem fidei hominum civitatis Rhegii... pro qua utique illibata servanda, fremente dudum in partibus Calabris guerrarum discrimine, in personis et rebus dampna pergrandia pertulisse noscuntur, ad ipsorum supplicationis instantiam, quam consideratione praemissa prompte admisimus, universis et singulis hominibus dictae terrae Rhegii immunitatem a jure mannariae, nostrae per eos Curiae debito, duximus usque ad quinquennii spatium, ... de certa nostra scientia et speciali gratia concedendara».


§. III. Da Lettera Patente di Carlo Duca di Calabria del 15 maggio 1322: «Sane dudum civitate Rhegina, in provintia Calabriae posita, a fide regia