Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/43

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   18 libro primo

ch’erano in lega co’ Siracusani; ma dopo devastatone il territorio, ne furono ributtati, e dovettero ritirarsi con grave lor perdita. Ma intanto che le flotte alleate di Atene e di Reggio operavano sulle coste di Sicilia, i Siracusani e parte delle milizie locresi tentavano per terra un colpo di mano sopra Messena; (Olimp. 88, 4. av. Cr. 425.) mentre ad un tempo altre bande di Locresi correvano sul territorio reggino, e minacciavano Reggio, per fare che l’una città, travagliandosi della difesa propria, non potesse badare al soccorso dell’altra. Messena, dopo lunghissima resistenza, cadde finalmente nelle mani dei Siracusani e de’ Locresi. Ed un forte presidio locrese fu messo nella città, e datone il comando a Demòtele.

I Siracusani si erano specialmente accalorati a questa impresa, perchè riguardavano Messena come la chiave della Sicilia; e portavano fondata opinione, che qualora gli Ateniesi ottenessero spazio di affortificarsi sulle due città dello Stretto, avrebbero minacciato con tutto lo sforzo per mare e per terra i possedimenti di Siracusa. I Locresi per contrario facevano furia in quel di Reggio, per l’odio immortale che nutrivano contro questa città sin da’ tempi che Anassila aveva cercato di soggiogarli. Eglino erano inoltre aizzati da que’ Reggini, che rifuggiti in tempo di discordie interne, dimoravano in Locri. Avevano spedito ancora i Locresi contro Reggio una parte del loro navile, prendendo profitto dell’assenza di una sezione delle armate ateniese e reggina, che allora erano alle prese cogli Sfatterioti. Speravano i Locresi, che aggiunto al possesso di Messena quello di Reggio, e fattisi per tal guisa arbitri dello Stretto, metterebbero gli Ateniesi in termini di non poter più sostenersi in quel mare. Ma già erano volate a Lachete le nuove del duplice assalto dato da’ nemici a Reggio e a Messena, ed ordinò che la sua armata corresse a tutte vele verso lo Stretto. Ma prima che questa vi giungesse, Pitodoro, per buona ventura de’ Reggini venendo da Atene a tenere il luogo di Careade, approdava in Reggio con un rinforzo di sedici navi; a cui faceva seguito una più considerevole armata condotta da Sofocle ed Eurimedonte. A quelle di Pitodoro si unirono otto navi reggine; e se il soccorso non fu a tempo di salvar Messena, impedì la dedizione di Reggio.

Trenta navi nemiche si approssimavano a Reggio minacciose; con queste si scontrarono le ventiquattro tra reggine ed ateniesi, che a difesa di Reggio stavano ordinate in battaglia fuori del porto. Pertinacissimo fu il combattimento navale, nè la notte il sospese; ma i Siracusani ed i Locresi furono sconfitti, e perdettero una delle più grosse navi: onde scornati si ritrassero nei porto di Messena. Vit-