Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/62

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capo quinto 37   

tiranno che trionfava sull’eccidio d’una repubblica innocente. La sventurata fine del virtuoso Reggino, che lasciava di sè fama perpetua e gloriosa, ebbe il compianto non della sola Italia, ma ancora della Grecia, ove parecchi poeti cantarono con mesti versi il caso compassionevole.

CAPO QUINTO

(Dall’Olimp. XCVIII, 2 alla CVIII, 2.)

I. Tirannide di Dionisio. Scoraggimento degl’Italioti. Suoi fatti nella Magna Grecia. II. I Pitagorici sono perseguitati da Dionisio. Teeteto pitagorico. Morte di Dionisio. III. Dionisio il giovine restaura Reggio, e la chiama Febea. Restituisce Caulonia. Congiura de’ Siracusani contro di lui. IV. Dione in Siracusa. V. Dionisio fugge in Locri. Tumulti in Sicilia. Morte di Dione. VI. Calippo libera Reggio dalla tirannide. Morte di Calippo. Dionisio fa ritorno in Siracusa. VII. Dionisio ed i Locresi. Sterminio della famiglia di Dionisio.


I. La caduta di Reggio mise in arbitrio di Dionisio la sorte delle rimanenti repubbliche della Magna Grecia, le quali scorate e discordi, offerivano nuova materia alla sua cupidità. Ed egli, ansioso di farsele soggette l’una appresso dell’altra, disegnò di assalirle separatamente e con avveduta lentezza; acciocché meno di lui si guardassero. E l’incauta confidenza nella quale gl’Italioti si riposavano facilitò al tiranno i mezzi di studiare il loro tracollo, e di rendere impossibile tra sè stessi una nuova colleganza, quando si fossero accorti de’ suoi astuti consigli. Con arti così fatte fu tradita a Dionisio la rocca inespugnabile di Crotone, e messo nelle costui mani il destino di questa illustre repubblica; e si arricchì delle dovizie ond’era copioso il tempio di Giunone Lacinia, il cui prezioso peplo vendette per centoventi talenti a’ Cartaginesi. L’improvvida Turio fu pure assalita e stretta da Dionisio, e si teneva spacciata; ma un subito e gagliardo vento di tramontana fece così aspro governo delle navi siracusane, che i Turini riconoscenti eressero un tempio a Borea. Quella repubblica di Locri, che accesa di odio inveterato contro i Reggini, si era con tanto giubilo imparentata col tiranno di Siracusa, seppe anch’ella, ma tardi, come sapesse di sale la dimestichezza di costui. Poichè ne fu rimeritata collo spoglio del ricco tempio di Proserpina, ch’era in tanta venerazione appo quel popolo. II. Dopo l’eccidio di Reggio, Dionisio, prima che ogni altra co-