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Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. II, Fibreno, 1857.djvu/124

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   114 libro ottavo

il tempo a suo vantaggio, andò seminando nel popolo minato che l’abolizione dell’assisa avrebbe prodotto senza dubbio l’incarimento de’ prezzi. E questo, diceva, volevano l’Ispettore ed il Logoteta, i quali, già imbevuti delle pestifere dottrine francesi, lavoravano di mettere il popolo in mal talento, e disporlo a desiderare cose nuove e mutazioni radicali. Le suggestioni del Musitano erano destramente avvalorate da un Domenico Billa, avverso al Logoteta perchè questi era stato cagione che il Billa nel passato anno fosse rivocato da sindaco. In queste mene contro il Logoteta aveva il Billa aiutatori taluni popolani da lui prezzolati, i quali nella credula plebaglia insinuandosi, davano mala voce al Logoteta, e mettevano in cielo il Musitano. Bucinavano che l’eleggere a sindaco il Logoteta avrebbe provocato a tumulto il popolo; il quale già, dicevano, era presto a dare il fuoco alle case del Logoteta, e dell’ispettore Francesco de Bonis. Non passava notte che a’ cantoni delle case sulle principali vie non si affiggessero cartelli ingiuriosi al nome del Logoteta con minacce di peggio. Di essi era autore o promotore il Musitano a cui (notisi) il Logoteta era genero. Il governatore politico Girolamo de Gregorio, che deferiva assai al Musitano, non vedeva a male questi trapazzi che davansi al Logoteta, anzi vi soffiava su, e nelle sue relazioni al governo, travisando a suo modo le cose, aggravava sul Logoteta la causa della pubblica commozione, descrivendolo inchinevole ai politici rivolgimenti che la Francia dentro e fuori di lei propugnava. Così stavano gli animi reggini quando venne il giorno della nuova elezione che fu il dì ventiquattro di giugno.

Il de Gregorio, facendo vista di temere qualche dimostrazione tumultuosa, duplicò la guardia che soleva fornirsi in tali convocazioni municipali. E quando si venne a’ voti egli suggerì a’ Reggimentarii la convenienza di raffermare i sindaci che stavano in seggio. Ciò diede incentivo a lunghi dibattiti, ed in fine Santonio Gatto, Antonio Morabito, e Stefano Cundò consigliarono di votarsi sulla proposta conferma. Mentre dentro così si quistionava, di fuori alcuni popolani maneggiati dal Musitano gridavano forte che volevano raffermi i vecchi sindaci, non l’elezione di nuovi. Il governatore, ch’era a parte del giuoco, affrettava che si votasse subito subito, perchè altrimenti avrebbe sciolto il Consiglio, e fattane relazione al Sovrano. Ma l’assessore de Bonis, capito il raggiro, si oppose; e malgrado le contrarie premure, l’elezione ebbe effetto. Si evitò nondimeno con avvisata prudenza di nominare il Logoteta per non dar presa a collisioni; e furono nuovi sindaci Paolo Bosurgi, Franco Putortì, e Paolo Fulco. Di che quanto dispetto abbia sentito il de Gre-