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Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. II, Fibreno, 1857.djvu/13

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capo primo 3

condussero in ultimo ad un radical rivolgimento l’ordine dell’amministrazione civile.

II. Continuò nondimeno in taluni nobili intelletti l’amore ed il proposito delle opere virtuose per tutto il secento; ed i benemeriti reggini Emmanuele Morello, ed il cavalier Fra Giuseppe Monsolino fondavano un Conservatorio per le povere donzelle, intitolato della Presentazione di Sant’Anna. Il nobil fiorentino Diego Strozzi, che aveva acquistato casa e cittadinanza in Reggio istituiva il monastero di San Nicolò degli Strozzi per l’educazione delle donzelle nobili. Fu eretta la nobil Confraternita di San Domenico; alzata a segno di concordia cittadina la statua dell’Angelo Tutelare sul largo del Carmine; edificato il Luogo nuovo de’ Cappuccini; aperta una pubblica scuola di artiglieria. Ebbero onore le arti, e specialmente la pittura, della quale teneva uno studio in Reggio il bolognese Vincenzo Gotti, pittor caraccesco, di pennello franco e velocissimo, che in questa sola città, ove dimorò molto tempo, dipinse duecento diciotto tavole di altari.

Nè furon neglette le industrie, fra le quali aveva il primato quella della seta; e di questa, stabiliti i telai in Reggio, cominciarono a farsi molti pregevoli tessuti a varii colori. Come altrove dicemmo, dell’industria della seta nella città nostra e suo distretto, potevano dirsi propagatori gli Ebrei, che ne facevano il principal traffico. Dopo la loro espulsione questa importante speculazione industriale rimase a’ mercatanti genovesi e lucchesi, che stavansi a domicilio in Reggio. Dove principali verso la seconda metà del cinquecento furono il genovese Stefano Gagliani, ed i lucchesi Camillo Sirtì, e fratelli Carlo e Cesare Benassai. Quasi ogni paese del distretto, o paraggio reggino, aveva la sua proporzionata quantità di mangani per la trattura della seta; e fra gli altri meritano special ricordanza que’ mangani, che al principio del secolo decimosettimo, erano a piè della salita di Sambatello, dove i maestri della seta usavan dell’acqua chiarissima, che scaturiva da una vicina roccia. La seta che ivi si traeva era lucidissima, nè perdeva colore, come avveniva delle altre sete del paraggio, ed anche di Reggio.

Cesare Ginneri, educatore e proprietario di bozzoli che abitava in Sambatello, fu il primo che avesse saggiato di trar la seta colla detta acqua; e la prova gli tornò così acconcia, che la sua seta dava più vantaggio delle altre, e venne acquistando più pregio col nome, che ancor dura oggidì, di seta Sambatello; mentre le altre cominciarono ad esser domandate sete reggiane. Di que’ tempi il prezza ordinario della seta era da’ diciotto a ventiquattro carlini; e questo,