Vai al contenuto

Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. II, Fibreno, 1857.djvu/20

Da Wikisource.
   10 libro settimo

de’ campi, che per averne scarso guadagno, il quale poi se ne andava tutto in gabelle ed in donativi? Governator loro, dicevano, esser Filippo Borgia; e costui, dato tutto a cavar moneta con mezzi turpissimi, poco o nulla curarsi della condizione dell’onesto cittadino che aveva a camparsi la vita col sudor della fronte, ed a veder de’ frutti delle sue fatiche farsi dovizia a’ ribaldi, ed a’ prepotenti. Giungevano alle orecchie del Duca le vive lagnanze popolari, e tale impressione gli facevano che ritornato in Napoli, mandava nuovo Governatore a Reggini Ernando di Aleto. Questi avea lunga pezza e valorosamente militato nelle guerre di Fiandra, ed ebbe poi l’uffizio di Capitano di fanteria spagnuola in Sicilia, quando l’Ossuna governava quell’isola.

Era Ernando di Aleto uomo di antichi costumi, e di gran prudenza, e venuto in Reggio adempì egregiamente il suo uffizio reprimendo i prepotenti, perseguitando i banditi e castigandoli colla forza e col carcere, alleggerendo al popolo le vessazioni de’ nobili, e guarentendo i diritti della possidenza, ch’erano in massima parte manomessi. Oltre a questo le vecchie opere pubbliche restaurò, nuove ne propose e promosse per utilità e decoro cittadino, tutti i debitori solvibili della città e dello Stato costrinse a pagar gli arretrati. Così che nello spazio di due anni si vide la città nostra rialzata ad un viver riposato e civile, quale non fu mai nè prima, nè poi. A dir tutto in somma, videsi (per usare una bella frase del nostro Spagnolio) ripatriare il dovere e la ragione in quella città, donde da gran tempo erano stati al tutto sbanditi. Ma, come incontra in tali circostanze, mentre il savio governo dell’Aleto era mandato a cielo da’ popolani e dagli onesti cittadini, era biasimato e morso da’ nobili, che vedevano così bruscamente attraversati i loro arbitrii, e frenate le loro licenze. Contuttociò sinchè stette vicerè il Duca di Ossuna, l’Aleto governò Reggio con plenipotenza, perchè il vicerè dava intera approvazione a’ suoi atti, e non prestava orecchi alle maligne accuse degli avversarii. Ma quando poi all’Ossuna successe vicerè il Cardinal Borgia, quantunque questi avesse confermato all’Aleto il governo di Reggio, pure gli ristrinse i poteri in gran parte. Ed allora i suoi potenti avversarii, colto il momento, sorsero da ogni lato ad accusarlo di rigore, di arbitrio, di atrocità; mentre il popolo in generale non si vedeva sazio di predicarlo giusto, integro, benevolo ai buoni, e solo austero ed inesorabile co’ malvagi e co’ contumaci. Ma qual premio seguì all’Aleto dal suo nobilissimo ardore per la cosa pubblica, e dalla sua più unica che rara rettitudine? Un lungo carcere, e l’ingratitudine, e l’ab-