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Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. II, Fibreno, 1857.djvu/45

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capo quarto 35

brava in Messina la festa di Santa Maria della Lettera, un sartore espose nella sua bottega alcune allegoriche figure a beffe de Merli. Lo Strategò Diego di Soria marchese di Crispano procurò di calmare gli animi, che per quel tratto del sartore erano già venuti alle brutte. E n’aveva già ottenuto l’effetto; ma poi colla presura del sartore distrusse l’opera sua. Al tocco di una campana si trovarono sulle armi, e riunite presso a ventimila persone. I Malvezzi si scagliarono su’ Merli, e li spennacchiarono per bello e per buono. Le truppe spagnuole, a quel subito parapiglia, fuggironsi nel palagio reale; ed i Senatori si chiarirono amici a’ Malvezzi. Allora la rivoluzione fu compiuta, e Messina gittossi in braccio a’ Francesi. Tra i sollevati di quella città contro Spagna si noverarono parecchi uomini chiarissimi, come il celebre scienziato Giovanni Alfonso Borelli, nativo della nostra Santagata, ed i pittori Domenico Maroli, Onofrio Gabriello, ed Agostino Scilla; de’ quali il Maroli lasciò la vita in quella rivoluzione, e gli altri due errarono lungamente fuori della patria loro.

III. Non sì tosto volò in Francia la nuova degli avvenimenti di Messina, che per ordine di Lodovico XIV una flotta di sei vascelli di guerra e di molti altri legni da carico usciva a tutta fretta da Tolone, e comandata da Valbelle giungeva a soccorso di Messina nel settembre del 1674. A tal vista risonò vivissimo ed unanime per tutta la città il grido di Viva la Francia. I cittadini ajutati dall’armata francese cacciarono gli Spagnuoli dal forte San Salvatore che tuttavia occupavano, e del quale non seppe impedir la resa Melchiorre la Cueva, che da Reggio ove stanziava si era approssimato a Messina con ventitrè vascelli spagnuoli.

Quando poi Valbelle partì per Francia a condurre nuovi ajuti in Messina, gli Spagnuoli, traendo profitto della sua assenza, assediarono la città per mare e per terra, e togliendole i viveri la misero in poco tempo alle strette. Ma all’entrar del 1675 si seppe che sei vascelli di guerra francesi, e tre navi incendiarie venivano a Messina, e che lo stesso Valbelle li comandava. Eravi sopra il marchese di Vallavoire, che veniva in Messina come Luogotenente del re di Francia. Valbelle si avvide che una flotta spagnuola di ventidue vascelli, e ventiquattro galee gli era a fronte a contrastargli il passaggio; e questa era guidata da Melchiorre la Cueva, Capitan generale delle armate di Spagna. Ma il capitano francese, confidando nella sua buona fortuna, non fece ragione dello scarso numero delle sue navi, e prese l’ardita risoluzione di aprirsi alla dimane la via colla forza, e soccorrer la città. Per suo ordine il capitano Lafa-