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Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. II, Fibreno, 1857.djvu/48

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   38 libro settimo

consumava il tempo a cautelar se medesimo contro congiure più immaginarie che vere. Ma della sua inerzia non si facevano esempio i capitani della flotta francese, i quali sapevano segnalarsi con continue bravure. Ci basti il narrare che il capitano Tourville incendiò di bel giorno sotto il cannone de’ forti di Reggio una fregata francese, che scompagnatasi dalle altre era caduta in potere di dieci galee spagnuole. Il capitano de Leri, e Serpaut capitano di nave incendiaria assistevano Tourville in questo tratto arditissimo. Intanto il celebre Ruyter co’ suoi Olandesi alleati degli Spagnuoli entrava nel Mediterraneo (1676), con cui poi Duquesne ebbe l’anno appresso una famosa battaglia navale presso Milazzo, e la vinse gloriosamente.

V. Reggio al principio della sollevazione messinese era stata dichiarata piazza d’armi, dove il Vicerè di Napoli marchese d’Astorga aveva fatto andare buona parte del battaglione del Regno sotto il comando del generale Marcantonio di Gennaro, con istruzione di passare nell’isola tostochè ne fosse chiamato al bisogno da quel Vicerè marchese di Bajona. Ma avuto cattivo esito le cose degli Spagnuoli in Messina, la corte di Spagna ne fu irritatissima, e sfogò il suo sdegno contro i suoi uffiziali, accagionandoli della perdita di quella città così importante. Il Vicerè di Napoli costituì Governatore militare nella piazza di Reggio il General d’artiglieria Giovanni Battista Brancaccio in luogo del Marchese del Tufo, che dalla nostra città si era tramutato in Otranto collo stesso uffizio. Le milizie del battaglione del Regno, e quattromila cinquecento soldati fatti venir dall’Alemagna fecero la massa in Reggio, donde poscia come portava il bisogno, andavan passando in Sicilia. Nel Regno furon provveduti in gran parte tutti i soccorsi e le spese per la guerra di Messina; nel Regno si fecero nuove levate di fanti e di cavalli per il servizio di Spagna. Si provvidero in abbondanza di munizioni e di viveri le piazze di Reggio, di Milazzo, e della Scaletta. In Reggio principalmente nuove opere esterne di fortificazioni furono aggiunte al castello. Ingenti somme di denaro somministraronsi tanto per mantener le truppe che guardavano le frontiere della Calabria, quanto quelle che campeggiavano in Sicilia, o stavano a presidiarne le piazze. A dirlo in somma, tutto il pondo della guerra si aggravava sulle nostre popolazioni con nuovi ed intollerabili balzelli.

Messina intanto tornava ad esser gagliardamente investita dall’armata spagnuola; ed i Messinesi già si accorgevano che, malgrado tanti sforzi incredibili, e tanta perseveranza, non avrebbero potuto durarla più a lungo. Lamentavasi intanto apertamente il popolo Mes-