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Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. II, Fibreno, 1857.djvu/57

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capo sesto 47

CAPO SESTO

(Dall’anno 1693 al 1722.)

I. Terremoti. Voti pubblici. I sindaci Filippo Furnari, Paolo Ferrante, e Giuseppe Musco. Seta ecclesiastica. Morte di Carlo II. Guerra della successione di Spagna. Sedizione in Napoli. Gli Austriaci in Napoli. Il General Giovanni Carafa in Reggio. II. Gli Austriaci in Reggio. Antonino Abenavoli, e Michele Rota. Pratiche per restituire Reggio agli Spagnuoli. La trama è scoperta; sue conseguenze. III. Pace di Utrech. Nuova rottura. Affari di Sicilia. La Quadruplice Alleanza. Gli Spagnuoli occupano Messina. Il General conte di Mercy in Reggio; effettua uno sbarco in Sicilia. Messina è ritolta alla Spagna. Gli Spagnuoli abbandonano la Sicilia. IV. Tumulto popolare in Reggio. È sedato dal barone di Pretewitz, comandante della Piazza. Persecuzioni. Il consiglier Carlo Carmignano. I sindaci Candeloro Battaglia, Saverio Musitano, e Paolo Morisano. Buoni uffici del Carmignano a favore de’ popolani. V. Quistioni dell’abilitazione. Intrighi del Carmignano. Fa chiudere in castello i Deputati Domenico del Giudice, Francesco Ferrante, e Carlo Plutino. Ricorsi al Vicerè. Nuove abilitazioni.


I. L’anno 1693 terribili terremoti conquassarono la Calabria, e più la Sicilia; dove la nobil città di Catania rimaneva interamente atterrata. Di questo flagello Reggio ebbe un terrore indicibile; ma pure quantunque questa città sia stata scossa con gran violenza, non ne patì che pochissimi guasti, nè alcun paese del distretto ebbe a soffrir gravi travagli. Fecero i Reggini nel temuto pericolo processioni di penitenza, e recarono in città la sacra effigie della Madonna della Consolazione. E quando se ne videro scampati presero in pubblico Parlamento di rendere in avvenire, in ogni undici gennaio, pubbliche grazie alla Vergine, e celebrare in tal giorno una messa solenne nella chiesa del convento de’ Cappuccini, ed un’altra nella Cattedrale, col cantarsi a ventun’ora il Te Deum. In tal circostanza si raccolsero di pie oblazioni un cinquecento ducati, con cui si fece al quadro della Madonna la cornice di argento del peso di ventisette libbre, e la barella inargentata. I sindaci Filippo Furnari, Paolo Ferrante, e Giuseppe Musco fecero a proprie spese le due corone di argento che veggonsi in esso quadro; ed il Capitolo della Metropolitana offerse un velo di raso cremisi, fiorato e ricamato in oro, del valore di cento ducati.

Nel corso del 1696 era Preside della Provincia di Calabria il presidente della Regia Camera Domenico Garofalo, il quale per esecuzione di dispaccio del Vicerè promulgò un editto, con cui fra le altre cose ordinava, che le sete ecclesiastiche, cioè appartenenti alla Comunìa Latina, nell’estrarsi da Reggio non dovessero essere immuni del dazio; e qualora si cercasse di estrarle altrimenti, fos-