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quanto1 collo ’nganno di que’ di Celtiberia2, che eglino gli aveano ricevuti ad amici; nè tu medesimo non fosti in sì gran pericolo guerreggiando Asdruballe e Magone, duchi de’ nostri nemici, quanto tu fosti per Indibile3 e Madonio, de’ quali tu t’era fidato e avévili ricevuti ad amici. Come puoi tu credere a’ Numidi, ricordandoti quante volte i tuoi cavalieri numidi t’hanno ingannato? Il re Siface e Massinissa vogliono essere più potenti in Africa ch’e’ Cartaginesi; ma e’ vogliono che fuori di loro non vi siano più potenti che verun altro. E’ si portano astio ora insieme, perchè il nemico è da lungi; ma come e’ vedranno l’arme di Roma e gli eserciti forestieri ne’ loro paesi, e’ s’accorderanno insieme, e correranno a questa guerra, sì come a spegnere un comune fuoco. Altrimenti difesono que’ medesimi Cartaginesi la Spagna, e altrimenti difenderanno le mura della propria città, i tempii e gli altari de’ loro Iddìi; però che, quando andranno nella battaglia, si pareranno loro innanzi le paurose mogli e’ piccoli fanciulli. Or pognamo ch’e’ Cartaginesi si confidino della loro concordia, e della loro compagnia de’ re d’Africa, e delle loro mura; e veggiendo che tu e l’oste tua siate partiti d’Italia, eglino mandino d’Africa una nuova oste ad Annibale, o comandino a Magone che si congiunga con lui, il quale è ora in alto mare nelle parti di Liguria colla sua armata. Se questo avviene, noi saremo in quello medesimo pericolo che noi fummo nonn’è4 molto, quando Asdrubale passò in Italia per accozzarsi con lui; chè non solamente Cartagine, ma tutta l’Africa
- ↑ Colla scôrta del latino, abbiamo sanate le mere scorrezioni grafiche per le quali è questo luogo nelle stampe incomprensibile; cioè: I nemici non vi sono. Il tuo padre e ’l zio, quanto coll’arme, quanto ec.
- ↑ Le stampe anteriori: di Celaberio.
- ↑ Le stesse: Giudibile.
- ↑ Così scriviamo (come più innanzi, pag. 389: «nonn’è egli questo Annibale?)» perchè così ancora scrivevasi anticamente, cioè con raddoppiamento della n, seguendo una vocale.