Pagina:Specchio di vera penitenza.djvu/63

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distinzione seconda. — cap. vii. 35

dicea: Castigo corpus meum, et in servitutem redigo: lo gastigo il corpo mio, e riducolo in servitù dello spirito.1 E in altro luogo, parlando della penitenzia, dicea che sostenea fame e sete e freddo e nuditade. Così e dissono e feciono gli altri Santi che seguitarono gli Apostoli, come fu san Martino e santo Niccolao, san Germano e santo Agostino, santo Ambruogio, santo Ieronimo, san Domenico, san Francesco, san Benedetto, santo Antonio, san Bernardo e tutti gli altri Santi, udendo e osservando quella parola che dice santo Luca, anzi Iesu Cristo, nel Vangelio: Si poenitentiam non egeritis, omnes simul peribitis: Se non farete penitenzia, tutti insieme perirete. Acciò dunque, fratelli miei dolcissimi, che non periamo con quelli i quali (dice san Giovanni nell’Apocalis) non egerunt poenitentiam, non feciono penitenzia, ma siamo salvi e abbiamo vita eterna; tegnamo il consiglio di quella santa donna Iudit, la quale disse: Poeniteamus, et indulgentiam cum lachrymis postulemus: Pentiânci,2 e con lacrime domandiamo perdonanza a Dio.

  1. Non bene il Testo delle Murate: dello Spirito Santo.
  2. Il nostro Codice: Penitenzianci; che, secondo la Crusca, dovrebbe spiegarsi: imponiamo a noi stessi penitenza; non bene perciò rispondente al semplice latino poeniteamus.