68 |
distinzione terza. - cap. iv. |
|
povertà, non potendo comparire cogli altri cavalieri, com’era usato, divenne a tanta tristizia e malinconia, che si volea disperare. Veggendo ciò un suo castaldo, confortòllo, e dissegli che s’egli volesse fare secondo un suo consiglio, egli lo farebbe ricco e ritornare al primo onorevole stato. E rispondendo che sì,
una notte lo menò in un bosco, e facendo sua arte di negromanzia,
per la quale era usato d’incantare i demonii, venne uno demonio, e disse quello ch’egli addomandava. Al quale rispondendo, ch’egli avea menato uno nobile cavaliere suo signore, acciò ch’egli lo riponesse nel primo stato, dandogli ricchezze e onore; rispose che ciò farebbe prestamente e volentieri, ma che convenia che prima il cavaliere negasse Cristo e la fede sua. La qual cosa disse il cavaliere, che non intendea di fare. Disse il castaldo: Dunque, non volete voi riavere le ricchezze e lo stato usato? Andiànne: perché m’avete fatto affaticare indarno? Veggendo il cavaliere che pure fare gli convenia, se volea essere ricco, e la voglia avea pure grande di ritornare al primo stato, lasciòssi vincere, e consentì al male consiglio del suo castaldo; e, avvegna che mal
volentieri e con gran tremore, rinnegò Cristo e la sua fede. Fatto ciò, disse il diavolo: E ancora è di bisogno che rinneghi la Madre di Dio, e allora di presente sarà fornito ciò ch’egli disidera. Rispose il cavaliere, che già mai quello non farebbe, e diede la volta, partendosi dalle parole. E vegnendo per la via, e ripensando il suo grande peccato d’avere rinnegato Iddio, pentuto e compunto entrò in una chiesa, dov’era la immagine della Vergine
Maria,1 col Figliuolo in braccio, di legname iscolpita; davanti alla quale reverentemente inginocchiandosi e dirottamente2 piangendo, domandò misericor-
- ↑ La lezione adottata dagli edittori del 1725, dov'era la Vergine Maria dipinta, ha sensibile ripugnanza colle seguenti parole, di legname scolpita.
- ↑ Il Manoscritto nostro: duramente.