Pagina:Sperani - Tre donne, Milano, Galli, 1891.djvu/129

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finestra, in fondo alla saletta, e la fece sedere, e sedette accanto a lei. Poi, cominciò a parlarle sommessamente di quell’immenso dolore ch’ella non sapeva esprimere.

Fuori la folla continuava a strepitare. Ma il parroco non vi badava: erano per la maggior parte donne e ragazzi; non potevano durar molto. Difatti, una imposta rotta a un finestrino del primo piano spaventava i più timidi, e Bernardo, il contadino della Cascina Grande, sopraggiunto in quel momento, faceva sentire la sua parola assennata. Qualcuno resisteva tuttavia; qualche sasso volava ancora, ma piccolo e mal lanciato.

Cristina non ascoltava che la voce dolce del suo signore, e, a poco a poco, la sua oppressione si scioglieva, le lagrime scorrevano da’ suoi occhi brucenti, e abbandonava la testa sul petto fedele del giovine. Piangevano insieme.

Era quasi notte. I rumori cessavano. Bernardo aveva finito di convincere i più scalmanati, annunciando il prossimo arrivo dei carabinieri, e soggiungendo con un sottinteso: «Non è già per una sciocchezza simile che vorrete farvi legare!...»