Pagina:Sperani - Tre donne, Milano, Galli, 1891.djvu/174

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Ella li avvolgeva tutti nel medesimo corruccio angoscioso; e a tutti imprecava.

— Maledetti! Perchè non crepano tutti?...

Perchè il sole non si decide a incendiare ogni cosa?...

Ma al parossismo seguiva l’abbattimento che la faceva rimanere immobile, senza pensiero, senza volontà, in un prolungato torpore.

Era distrutta adesso: un vero scheletro. Il viso, un tempo delicatamente ovale, appariva lungo e stretto con la bocca e gli occhi enormi. Pure, quegli occhi profondi di tisica, quei pomelli accesi, quella massa di capelli, quei denti bianchi, le davano ancora una singolare parvenza di bellezza.

Il sole cominciò finalmente, a nascondersi dietro alla solita fumana serale. Una brezzolina sottile volò via pei campi. Anche nella camera della malata penetrò il frescolino. Ma lei non ne ebbe sollievo; chè il sudore le si diacciò subito sulla pelle e un lungo brivido la scosse tutta.

Un passo greve fece scricchiolare la scaletta che dalla cucina metteva in camera per mezzo di una bòtola. La testa grossa e le spalle curve