Pagina:Sperani - Tre donne, Milano, Galli, 1891.djvu/182

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— Dopo il campo la casa — dicevano alcuni contadini alludendo alla piena dell’acque che poteva portarsi via quelle loro casupole.

Venivano intanto notizie dei dintorni. Il danno era vasto. Il temporale aveva battuto una larga zona; risparmiando, tuttavia, certi posti, appena sfiorando certi altri; mentre sull’«isola» s’era proprio accanito.

Il grosso podere dei Rampoldi era specialmente rovinato; neppure un pezzetto sano; niente! Un bel saluto per l’ultima annata.

— Appena liberato da quella carcassa, Pietro farà bene a emigrare — diceva il figliuolo della Menica che si scaldava con l’emigrazione.

— Per me andate dove volete (magari all’inferno) — borbottava il fittabile ghignando nell’ira.

— Ma dov’è Pietro? — domandò un contadino che aveva un campo vicino al podere.

— Non s’è ancora visto — rispondeva un altro.

Come mai?... Non aveva sentito tutto quel buscherio?...

La finestra è spalancata — disse una ra-