Pagina:Sperani - Tre donne, Milano, Galli, 1891.djvu/84

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morta di crepacuore, o rimasta laggiù per sempre.

Con questa risoluzione si rimise a camminare, affrettando il passo, quasi senza accorgersi, come sospinta dall’ansia indomita.

Arrivò alla cura trafelata, gli occhi sfavillanti per l’interna concitazione, il volto vivamente colorito.

Tirò la cordicella che pendeva dal buco della serratura ed entrò come il solito chiedendo:

— È permesso?...

Nessuno le rispose. La casa era vuota; don Giorgio zappava l’orto e aveva mandato il vecchio a Casorate a vendere quei pochi bozzoli.

Cristina andò dritta in cucina e si guardò intorno. La pentola bollicchiava sul fornelletto, ma la cucina era in un disordine spaventevole. Piatti sporchi qua e là, avanzi di spazzatura lungo le pareti e perfin nel mezzo; ragni, attaccati a lunghi fili pendenti dal soffitto, danzanti nel vuoto.

Crollò tristamente il capo. Il vecchio non pensava più che a ubbriacarsi!... E don Giorgio non aveva voluto chiamarla; e lei non aveva