Pagina:Sperani - Tre donne, Milano, Galli, 1891.djvu/86

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rati alla cintola, come egli usava nelle ore di lavoro, gli davano un aria ardita e procace, che nulla aveva del prete. In quel momento egli aveva deposto la zappa e si riposava mondando alcune piante. Voltava le spalle alla casa. La sua testa bruna si ergeva superbamente sulle ampie spalle, e tutto l’atteggiamento della persona spirava la soddisfazione di una forza esuberante cui è finalmente concesso un momento di espansione.

Sempre quando lavorava, all’aperto, dimenticando il suo stato di prete, don Giorgio si sentiva rinascere. Il cervello, dolcemente riposato nell’operosità muscolare, cessava di tormentarlo; ed egli apriva il cuore alle benefiche sensazioni, libero, calmo: la vita gli appariva facile e bella: l’amore, un bene supremo, non contrastato da rimorsi, nè da paure, e il terribile problema, che la sua carne poneva ferocemente al suo spirito, preventivamente sciolto dalla eterna Natura.

La Cristina lo vedeva di profilo quand’ei voltava la testa nei movimenti del braccio. Non poteva saziarsi dal contemplarlo. Com’era di-