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a non lasciarle più l’Angiolina come una volta: l’inquietudine che aveva notato sul viso di Cesare quella domenica sul sagrato della chiesa... Dio! quanti indizi!

E che dubbio orrendo.

La donna ch’egli aveva amata e che lo aveva reso padre come diceva la lettera, se la lettera non mentiva, doveva essere la Teresina, e la sua figliuola quella bimba cui ella aveva fatte tante carezze!

Oh le vipere velenose della gelosia come le mordevano il cuore! Oh il dubbio, come avvelenava la sua anima!

Tutto era finito: tutto era distrutto.

No. Per disperare assolutamente bisognava vedere coi propri occhi.

E s’era vero, se Cesare l’aveva tradita, oh allora..,.

Emilia non completò il suo pensiero.

Vinta, prostrata dall’angoscia che la torturava, non pensò che a gettarsi addosso uno scialle scuro per non esser veduta tra l’ombra, e uscì di casa.

Non incontrò nessuno per le scale, trovò l’uscio di casa aperto, e anche il cancello: tutte circostanze che l’avrebbero meravigliata se ci avesse posto niente; ma la sua agitazione era così grande che non poteva osservare altra cosa.

Passò come un’ombra e s’avviò verso il bosco.