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l’aspetto esteriore e il carattere di Emilia e di suo cugino.

Al morale Emilia era ciò che, nelle piccole città di provincia, si suol chiamare ancora una ragazza romantica; al fisico, una bella creatura, nè grande nè piccola, dai capelli castani e dagli occhi azzurri, pieni d’espressione e di foco.

Una ragazza romantica.

Che terribile rimprovero è questo in bocca a una congrega di donnaccole, nobili e plebee, che non hanno mai veduto più in là del loro naso, nè si son mai lasciate turbar lo stomaco da un’idea straniera al loro materiale interesse.

Una ragazza che preferisce la lettura d’un buon libro alle loro conversazioni scipite; magari Dio capace di scrivere una lettera di quattro pagine senza spropositi, di leggere Dante con più piacere del giornale della moda e di trovare una notte stellata più bella dei loro salotti illuminati.

Una capricciosa che, trattandosi d’un giovanotto ha il ticchio di dar più importanza alla sua maniera di pensare che al taglio de’ suoi abiti, e ti preferisce un uomo colto e gentile, sprovvisto di beni materiali, a un crasso ignorante col correttivo