Pagina:Speraz - Cesare, L'ultima notte, Autunno.pdf/274

Da Wikisource.

— 270 —

Ma la buona mamma non badava al suo malumore.

Pareva ci avesse un gran gusto a intrattenersi su quell’argomento. Forse era la paura. Si sa, la lingua batte dove il dente duole. Luigi pensava a questo e non osava mostrare l’impazienza che lo pungeva.

Finalmente accennava a andarsene. Gli diede la buona notte. Voleva essere svegliata presto la mattina per fare i suoi preparativi di partenza.

Prese il suo lume, ma arrivata all’uscio si fermò e tornò indietro.

Oh bella! s’era dimenticato il meglio. Una novitá curiosa. Indovinassero un po’ chi era stato mandato in Ancona, con una missione di alta sorveglianza?

Bel tiro che gli aveva giuocato il Ministro suo nemico personale per liberarsi di lui! Povero diavolo! La gli stava bene però: rischiava di scontarle tutte una buona volta.

— Di chi parli? domandò Luigi sorpreso.

— Di chi? Non sai? di Carlo Righi. Quello che non ha fatto la tua sciabola, lo fará probabilmente il colera.

All’altra estremitá della sala s’intese un gemito.

Luigi si voltò con impeto.