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la vita stessa alla sua felicitá? Non aveva implorato mille volte che l’obblio scendesse sovra il suo cuore esulcerato?... Ahimè! che illusione! aveva pregato, ma sperava di non essere esaudito. E ora che temeva di esserlo, la natura vigliacca si risvegliava, il cuore s’accasciava, il peso della sua sventura lo schiacciava. Era l’istinto inconscio del bruto, che respinge disperatamente fino che può il calice avvelenato che lo fará immortale. Pece uno sforzo sopra se stesso e si rimise a tavolino. Posò la fronte fra le mani, appuntellando i gomiti sopra la tavola, e fissò gli occhi sul libro; ma il pensiero era lontano, lontano, di lá dai monti, oltre ai mari. Sarà passato un’altra mezz’ora, allorchè un nuovo rumore lo scosse. Era un rumore insolito a quell’ora, in quei momenti. Una vettura saliva la strada, e si fermava dinanzi alla porta della sua casa. Chi poteva essere? Tutti i pigionali degli altri piani, ricchi negozianti, avevano abbandonato la città da un pezzo, nè certo, pensavano a ritornare. Di forestieri non c’era dubbio, nè di amici che venissero da lontano per visitarlo. Era ben raro che un forastiero si recasse nella cittá infetta, in quei giorni, nemmeno per affari; e dove pescare la stampa d’un uomo che si mettesse a quel rischio per confortare