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— Annetta non sarà contenta....

— Oh! viene anche Paolo!....

— Ah!.... E l’ufficio?

— Ha il permesso.

— Allora, farò portar giù le valigie e preparare gli abiti.

E con questo pretesto, Emma si allontanò.

Quasi tutti i giorni inventava qualche cosa per allontanarsi mentre il fidanzato era lì. Non le dava più noia, dopo quel giorno memorabile, ma se per caso i loro sguardi s’incrociavano, ella ne riceveva sempre una impressione strana, paurosa.

Vi leggeva una sfida, più che un omaggio.

«Mi piaci» dicevano quegli occhi. «Ti voglio! Ti avrò.»

Oppure:

«Sciocchina! Pretendi di resistermi? Vedrai!»

Quando furono soli, la signora Cleofe disse a Celanzi:

— Non ti piace?

— Chi?

— L’Emma!

— La trovo bellissima.

Essa lo guardò fisso in viso, poi, abbassando la voce:

— Non potresti sposarla?

— Io?!

— Tu, sì. E perchè no?.... Se la trovi bellissima?