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Vi fu una espressione di rammarico nella sua voce. Andrea soffocò un sospiro: Marco Fabbi, una risatina scettica.

Intanto Annetta e Paolo, seduti un po’ da parte, all’ombra di un acquario contornato da alcune piante sempre verdi, si guardavano amorosamente.

— Sei divina! — tubò l’innamorato.

— Taci. Sei un adulatore.

— Cioè, dico la verità.

— Perchè non la dicevi una volta?

— Perchè ero una bestia.

— No. Perchè non ti piacevo...

— Eri assai meno bella, è vero, ma tuttavia mi piacevi.

— Baie! Ti piaceva l’Emma assai più di me.

— Non è vero. Tu esageri. Adesso però, tu sei tanto più bella di lei e così birichina. Ah, come mi piacciono le donne birichine!...

— Ah sì? Ho piacere di saperlo. E se fossi morta?

— Avresti avuto un gran torto... Tanto più che io non avrei mai creduto che tu morissi per me.

— Sicuro, non ti faceva comodo di credere!

— Impertinente! Io non ti ho mai creduto una di quelle donne che muoiono perchè dubitano di non essere amate; ti ho sempre stimata una donna di spirito.

— E le febbri nervose? E il mal di cuore? E tutto il resto?...