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Egli stesso, nell’angoscia di un primo disinganno, con lo spirito preparato all’annichilimento da una educazione deprimente, egli stesso si era avvelenato, reso inetto, giudicando ogni premio troppo inferiore alla pena di conquistarlo.

Orgogliosa follia!

Ma in quel momento egli sognava un premio per il quale avrebbe dato tutto il suo sangue, felice di morire. E si sentiva giovine e forte, il cuore pieno di baldanza e di fede.

A vederlo non mostrava più di trent’anni.

Se egli avesse parlato d’amore a quella fanciulla, raccolta bambina, educata come una figlia, e s’ella lo avesse amato, la felicità avrebbe arriso ancora alla loro vita.

Nel silenzio solenne della campagna, nella severa solitudine autunnale, camminando così, con quella adorabile creatura stretta al suo braccio, egli sognava a occhi aperti un idillio nuovo, una vita intensa e rapida nella continua ebbrezza del cuore innamorato. Che gioia, che estasi, vagare sempre così, stretti l’uno all’altra, in una landa spopolata, non visti da occhio mortale, non mai turbati da preoccupazioni estranee all’amore, fino all’ultimo anelito: un’ora: un’eternità!

Erano giunti in un vasto prato, dall’erba folta, corta e vellutata. Tutto intorno sorgevano doppi filari di alberi alti e sottili, non del tutto sfrondati. E al di là altri prati e campi, sopra un suolo legger-