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piede la versione che, innamorata del Brussieri, fosse scappata per tirarselo dietro.

— Conto sbagliato! — esclamavano le persone pratiche — Quello vuole le duecentomila lire dell’Annetta.

— Ma no; niente! Emma amava Celanzi e non Brussieri.

— Non amava nessuno: voleva fare la bella vita.

Marco Babbi sentì un giovanotto dire queste precise parole:

— Volevano farla sposare al ganzo della signora Cleofe, ma lui disse che preferiva una palla di piombo nel petto.

La sera stessa recandosi dal cognato pensò d’interrogarlo. Prima però volle vedere Celanzi e sentire se le aveva detto veramente quelle parole. Il giovine non aveva detto nulla; tuttavia quella interrogazione lo turbò, poichè si rammentava di avere, scritto a Cleofe che preferiva morire. Con chi aveva parlato Cleofe? Come si era diffuso il pettegolezzo? Non osava chiedere spiegazioni a Fabbi; rimaneva pensoso, impacciato, bevendo fino alla nausea la feccia del suo calice.

Le investigazioni di Marco Babbi non ebbero miglior riuscita presso il Mandelli, che lo ascoltò in silenzio, accigliato.

Egli disse soltanto:

— Celanzi doveva sposare Emma, e io credevo