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262 | nell’ingranaggio |
— Naturalmente, non proveremo altro che le scene, in cui c’entra Balilla, per la signorina.
— Ben inteso, ben inteso — risposero in coro gli artisti.
— Ci mancherebbe che noi s’avesse bisogno di ripetere On Milanes in mar! — esclamò Girotti — l’avremo recitato almeno almeno centomila volte!
La prova andò benissimo: Gilda aveva studiato, diceva bene, cantava meglio.
Fece furore specialmente il secondo notturnino cantato in terza con Girotti. Molti dei compagni la complimentarono.
— Si farà brava — diceva il direttore guardando il fumo del suo sigaro e accarezzando Pinella sbadatamente.
— Domani i Saltador — gridò dietro ai colleghi che se ne andavano.
— Ah! — esclamò improvvisamente battendosi la fronte. — E il costume? Non abbiamo pensato al costume! Signorina Mauri, venga qui: ha provato il costume?
— Io, no... non sapevo.
— Ehi, Pietro, chiamatemi la moglie del trovarobe.
Dopo pochi momenti apparve la sora Luisa, col suo largo grembiule a quadrettini bianchi e rossi e un bel costumino da marinaro posato sul braccio.
— È così che mi devo vestire? — domandò Gilda perplessa.
— Certo. Non lo sapeva?
— Non me ne rammentavo — mormorò chinando il capo.
— Siamo tutte vestite così — disse la bella Delfinoni.