Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/10

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moglie di Leonardo Valmeroni, apparve sulla soglia. Era in lutto strettissimo, sempre bella ed elegante, con un sorriso quasi gaio che non s’addiceva molto alla circostanza. Ella rivolse parole cortesi alle persone ivi convenute per onorare la sua famiglia. In quel momento entrarono pure i signori Pagliardi marito e moglie venuti da Pavia per assistere ai funerali della defunta. La signora Pagliardi era sorella di Elisa Valmeroni. Le due donne si abbracciarono. L’avvocato Amilcare Pagliardi strinse la mano alla cognata pronunciando a fior di labbro qualche parola di condoglianza, mentre l’ironia lampeggiava nei suoi occhi.

— E mia figlia? — domandò la Valmeroni. — Non è venuta la mia Antonietta?

— Oh, sì! L’Antonietta è qui. Eugenia l’ha fermata nell’anticamera.

Una fanciulla bruna, dalla fisonomia intelligente, dagli occhi luminosi entrò nel salotto e si buttò nelle braccia della signora Elisa.

— O mamma mia! Cara mamma!

E la baciava con tenerezza.

Le persone che si trovavano fin da prima nel salotto scambiarono saluti e strette di mano con i sopraggiunti, poi tutti insieme passarono nell’anticamera.

Era questa uno stanzone grandissimo, che sembrava quasi piccolo per la quantità di mobili d’ogni stile e di strani oggetti che l’ingombra-