Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/106

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— Si ricordi che sono anche il più tenero e non mi faccia troppi complimenti. Se il mio cuore si commove, non rispondo di me.

Poi, mutando tono e volgendosi a Maria:

— Dunque! Le piace questo paese?

— Immensamente. Starei molto più volentieri qui che a Milano.

— Oh! s’annoierebbe presto, molto presto. Solitudine e gelo nell’inverno; zanzare e caldo soffocante nell’estate; innondazioni e pioggie continue in primavera e autunno!

— Che orrore! Così ella distrugge i miei sogni.

Lo guardò e rise.

— Come ride bene! Tenga a mente: tutta la poesia del Ticino siamo noi canottieri, pronti a rischiare la nostra vita, come quegli eroi che ella tanto ammira, solo che si presenti l’occasione.

— Ma l’occasione non si presenta: sono cambiati i tempi.

— Chissà. Certi sentimenti si manifestano con gli stessi mezzi anche se derivano da altre cause.

— E lei ci pensa? E un rivoluzionario, lei?

— Non te ne sei ancora accorta? — esclamò Antonietta sorridendo.

In quel momento vedendoli spuntare tra gli alberi, il Pagliardi gridò:

— Finalmente! Vi credevo perduti!