Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/111

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cuore di Antonietta?... Per salvarla?... Ah, sì; per salvarla da un amore che difficilmente sarebbe coronato dal matrimonio... Che bella missione si era assunta!... Da quando in qua si occupava egli della vieta morale borghese? Chi l’aveva incaricato di sorvegliare il pudore delle fanciulle?

L’amara ironia che egli rivolgeva contro se stesso rivelava lo strazio del suo cuore. Avrebbe dato metà della sua vita per farsi amare da Antonietta, e nascondeva il suo amore con tutte le forze dell’animo.

A vederlo, a sentirlo discorrere, nessuno avrebbe sospettato in lui la vittima di un amore infelice. La sua grande attività, l’energia, il sorriso leggermente ironico e il sarcasmo bonario, col quale velava per un invincibile pudore le sue idee più generose e la parte più sensibile dell’animo, lo facevano parere poco suscettibile di amare con passione. Nessuno l’aveva visto fare la corte ad una donna. E poi, non era punto bello, quantunque avesse una magnifica fronte e bellissimi occhi. La natura gli aveva negato l’eleganza della persona, l’armonia delle linee, la dolcezza del sorriso, perfino il pallore romantico ed i capelli neri che danno un carattere interessante a tanti visi scorretti.

Era un biondastro, grassoccio, basso di statura. La sua carnagione, in origine troppo delicata, aveva preso al sole quel tono giallo rossastro