Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/185

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tanto a uscire dalla sua abituale riserva? Sapeva pure che suo padre doveva essere rispettato anche nelle debolezze, compensate dalla infinita bontà: sapeva che non si poteva strappargli le sue illusioni senza ferirlo mortalmente. Perchè aveva parlato, appunto quel giorno in cui al povero uomo brillava un lampo di gioia dopo tante amarezze?...

„Avrò bevuto anch’io come Angelica — pensò mordendosi le labbra. — E dire che mi son sempre creduto un uomo forte. Bamboccio!“

Leonardo intanto si era ritirato nel suo cantuccio e rimaneva assorto nei suoi pensieri.

E così pure se ne stava soletto Luciano Monti: sempre annuvolato c estraneo a quanto accadeva intorno a lui, dopo la rivelazione di Angelica.

Maria guardava Leonardo quasi con invidia, dicendo a sè stessa con amaro rimprovero: „Egli non ha dubitato; egli ha difeso l’assente; io, invece, non ho saputo chiudere l’anima al sospetto: io ho dubitato... Io dubito!...“

Presso alla finestra dalla quale entrava l’aria dolce e la poetica luce del lungo crepuscolo di maggio, la signora Elisa e Flora Ermondi discorrevano ancora delle nozze di Eugenia, della colazione, del corredo. Esse avevano prestata poca attenzione alle parole di Riccardo e sapevano soltanto che si trattava di un’accusa contro il Belli. Se Flora taceva un istante, la