Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/191

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— Facciamo almeno a metà; giacchè tu vuoi assolutamente.

— No, no. Se io fossi un uomo d’affari, sì; ma io non sono uomo d’affari, io. Sono il tuo amico e voglio restare sempre il tuo migliore amico. Ho tante volte desiderato inutilmente un’occasione simile e dovrei lasciarmela sfuggire adesso?... Son troppo felice che almeno uno dei tuoi preziosi quadri sia stato pagato degnamente, e per opera mia.

Leonardo prese finalmente i biglietti, e abbracciò il suo diletto amico, lagrimando e sorridendo in una soavissima ebbrezza.

La signora Elisa pareva in estasi. I suoi occhi pieni di languore guardavano l’eroe di quella scena, con adorazione. Avendo incontrato per un istante lo sguardo di Riccardo, quegli occhi languidi ebbero un lampo d’orrore.

Ora tutti circondavano Faustino Belli, il quale parlava tranquillamente dei musei di Londra e delle meraviglie che essi contengono. Anche il Pagliardi era stato a Londra in gioventù e anche i suoi ricordi erano vivi.

— Sono le nove — disse a un tratto la signora Ersilia. — L’ultima corsa è alle nove e mezzo.

— Volete proprio andarvene? Potreste dormire qui; oltre la solita camera c’è anche quella di Eugenia.

Ma i Pagliardi protestarono che dovevano